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NEWS RC LERCARA FRIDDI - CONFERENZA: "MEDITERRANEITA', MITI E SIMBOLI" - BOLOGNETTA - BAGLIO DEGLI ULIVI - 07/03/2012

Mercoledì 7 Marzo alle ore 19,00 a Bolognetta, presso l’azienda agrituristica “Baglio degli Ulivi” si è tenuta la conferenza sul tema “Mediterraneità, miti e simboli”, tenuta dal Professore Franco La Rosa, già socio e Past President del Rotary club Lercara Friddi, insignito della Paul Harris Fellow. La serata è stata presentata da una breve introduzione del Consigliere Prefetto del Club Francesco Cangialosi che dopo l’ascolto degli inni e dell’invocazione rotariana ha dato la parola al Vice Presidente Francesco Panepinto che ha letto un breve curriculum vitae del relatore, passandogli la parola. La conferenza si è svolta alla presenza della quasi totalità dei soci del club e di alcuni ospiti che hanno ascoltato con grande interesse il tema affrontato dal relatore. Infatti, nel corso della sua relazione il relatore ha ripercorso alcuni concetti legati alla mitologia, riguardanti la Sicilia, il suo mare ed i luoghi legati alla tradizione ed alla storia della nostra terra. Nel corso della conferenza infatti il Professor La Rosa ha affermato che: ”Col termine “Mediterraneo” non si intende solo un’area territoriale comunque ben definita, ma alla stessa maniera, “un luogo simbolico”, uno “spazio della mente” la cui dimensione mitologica e culturale è certamente di grande suggestione. “Mare di mezzo” ma anche “Terre di mezzo” a significare quanto tra questi elementi – terra e mare – non c’è soluzione di continuità, almeno nell’immaginario delle genti di quest’area…, come a contemplare un quadro, un quadro dell’inconscio collettivo, ove il contenuto (il mare circolare, Thalatta o Ponto che sia, fecondo o procelloso che sia, femminile o maschile che sia) è tutta un’armonia con la sua cornice fatta di terre e di regioni e di nazioni che in questo mare si insinuano. Terre di mezzo, tra ambivalenze e contraddittorietà, però – tra luci e ombre, tra chiarezze e ambiguità. Terre di mezzo tra tendenze di matrice politico-economica tutte incentrate alla globalizzazione di ogni cosa e alla omologazione di ogni cultura e le opposte tendenze – invece - tutte orientate questa volta all’isolamento e al distanziamento tra i vari figli. Dall’apertura alle più elette sacralità alla chiusura di tipo integralista regressivo e becero, dalla cooperazione e integrazione più feconda alla rigidità dittatoriale e individualista, dalla storia più illustre di matrice archetipico-culturale al più rozzo passatismo reazionario ottuso e improduttivo… tutto questo nel Mediterraneo, con la sua mediterraneità tra struggimento e speranza, tra liberismo e op positività, tra accoglimenti estrovertiti e chiusure introverse ed endogamiche. Eppure quanto fascino e irresistibile seduzione tra queste terre e i suoi uomini, predatori e assolutisti ma anche legalitari e democratici – per restare ancora nella stridente contraddittorietà tra queste tipologie – come per i suoi miti matricentrici (quelli di Basth, Demetra e Kore, Io, Tanith, la dea egizia che a forma di palma, simbolo della fecondità, è figlia della Luna…) e i mitii antropocentrici, ( i Figli del Sole, della Giustizia Olimpica, della Lex/Ius, dei Giganti, dei Titani, Bronte, Tifeo, Enchelado, Colapesce), tutti orientati al sacrificio e alla salvazione per un progetto ideale, simbolico, forse anche irraggiungibile, perché più immaginale che reale. Ma qui nel Mediterraneo, tra questi deserti e questi burqa, tra questa Gea di vita e morte e questo Uranos di fecondità e di sterilità, qui, forse solo qui, nasce la speranza, perché qui domina certamente Giove, con i suoi poteri indiscutibili, qui aleggia Marte, con la sua ineffabile tendenza alla distruttività, ma qui campeggia pure Quirino, con la sua legge della cooperazione tra uomini, del contatto fecondo tra uomini di buona volontà, illuminati e tracimanti di cultura. Qui, tra queste terre, c’è speranza, perché c’è fermento; qui , in questo mare, c’è l’ombra archetipica che comunque ti fa contattare parti da riconoscere sempre ed integrare; qui, per concludere, c’è il Padre, in ogni caso, nelle pieghe della testa, e la Madre nella luce del cuore. Qui c’è la Bellezza di Armonia e la sacralità del Tempio…, qui le palme svettano verso il cielo della spiritualità e i salici piangenti sopportano il peso della vita, ma in ogni caso qui ci si perde in un Eros totalizzante che si coniuga inevitabilmente ed inesorabilmente col Thanatos, che tutto copre, che tutto placa, che tutto ri-solve”. Al termine della conferenza il Vice Presidente Francesco Panepinto ha ringraziato il relatore ed ha chiuso i lavori con il tradizionale tocco di campana. (Pippo Galeazzo)










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